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12dic 2019

Incontro con Francesca Zizola

Francesco Zizola (Italy) has documented the world's major conflicts and their hidden crisis, focusing on the social and humanitarian issues that define life in the developing world as well as in western countries.
A strong ethical commitment and a distinctive aesthetic eye are specific features of his pictures.
His assignments and personal projects have taken him around the world, giving him the opportunity to carefully portray forgotten crises and relevant issues often disregarded by the mainstream media.
In 2008 he founded 10b Photography (Rome, Italy), a multipurpose centre for digital photography promoting photography culture through exhibitions, workshops and lectures.
He received several awards over the years, including ten awards in World Press Photo contests and four Picture of the Year International awards (POYi).
In 2003 Henri Cartier-Bresson included one of Francesco's pictures among his 100 favorites. This collection was made into an exhibition - Les Choix d'Henri Cartier-Bresson - and a book.
Francesco published seven books, among which Uno Sguardo Inadeguato (Collana Grandi Autori, FIAF, 2013), Iraq (Ega/Amnesty International, 2007) and Born Somewhere (Delpire/Fusi Orari, 2004), an extensive work on the living conditions of children from 27 different countries.
In 2014 he was a jury member of the World Press Photo Contest. In 2016 Francesco has been awarded 2nd prize in the Contemporary Issues category of World Press Photo for his series ‘In the Same Boat‘. In 2018 was awarded the SIAE Prize for Creative Talent at the Venice Film Festival for his movie 'As if were tuna', selected for 'Giornate degli autori', the autonomous review inside the Festival'

Hybris è un progetto che vuole raccontare , attraverso un linguaggio fotografico complesso ed articolato, quanto l’uomo si sia spinto ogni oltre limite di rispetto nei confronti dei quattro elementi della natura.
Acqua , Fuoco, Terra ed Aria ogni giorno vengono offesi e depauperati della loro ricchezza e diversità organica ed inorganica ,della loro energia vitale così essenziale anche per la vita umana.
Mai come oggi l’uomo si trova davanti al dilemma di ripensare al suo rapporto con la natura e così anche al suo proprio essere in relazione ad essa, o di ignorare tutti i segnali di allarme e continuare a sfidare i limiti di sostenibilità ambientale del proprio agire.
Il progetto ha l’ambizione di tracciare una mappa dello stato delle cose a monito della presente generazione e di quelle future . Si procederà per esempi che , seppur non esaustivi dell’intero arco di violazioni,hanno lo scopo di stimolare nell’osservatore l’urgenza della riflessione e dell’azione.

Hybris Acqua

vuole essere una testimonianza di ciò che sta velocemente scomparendo nel mare.
Il millenario equilibrio che regolava le relazioni tra la necessità di sostentamento degli umani e la capacità del mare di elargirlo, sta entrando in crisi. Il mare ha offerto all’uomo le proteine a lui necessarie fino a quando l’uomo ha modificato la richiesta; profitto in luogo delle proteine.

Un pescatore calabrese che ancora si ostina a cercare di pescare con la sua rete artigianale come i suoi antenati hanno fatto per secoli mi ha detto: “il mare sta diventando un deserto bagnato”!

Infatti grazie alle avanzate tecnologie e alla fame di profitto, l’uomo contemporaneo si è dimenticato del limite insito nelle natura.
Ignorando i cicli di riproduzione e distruggendo l’ambiente dove la diversità biologica dovrebbe sempre abbondare , la grande Industria Ittica sta eliminando drasticamente la vita nel mare.
Chi ancora oggi pratica una pesca sostenibile è da considerare come ultimo testimone di una possibile relazione simbiotica con il mare e la sua vita. Ultimo testimone e depositario di conoscenze che , una volta soppresse,non potranno più essere tramandate alle generazioni future.
I pescatori che ho ritratto poi,vivono nella mia testimonianza insieme ai pesci da cui la loro vita dipende;ritratti con la stessa dignità dei pescatori che li hanno catturati, vengono esposti tra essi , alla stessa altezza dei loro occhi , dei loro visi.
Le scene di pesca sono riprese con uno sguardo attento a rendere giustizia di quell’antico rapporto di rispetto verso il mare mostrato da chi pratica una pesca che vuole ripetersi anno dopo anno , una pesca sostenibile appunto.
Il paesaggio, cioè la testimonianza dello spirito della natura, intervalla le immagini di pescatori, pesci e pratiche di pesca.
Lo sguardo che poso su tutti questi elementi vuole essere uno sguardo plurale; cerco di dar voce a diversi punti di vista.
Quello degli uomini, ma anche quello della natura che ci circonda e da cui dipendiamo.

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